Storia

Risalgono all'età del bronzo i primi insediamenti umani rinvenuti nel territorio comunale. Nel 1968 in località Franzine Nuove venne portata alla luce una vasta necropoli dell'Età del bronzo (XIII - XII a.C.); un ritrovamento di grande importanza tra i meglio conservati dell'epoca con centinaia di tombe allineate e suddivise in distinti livelli. Il rito funebre con cui venivano sepolti i defunti, rileva una tecnica mista e cioè ad inumazione e a cremazione. Interessante pure il villaggio arginato portato alla luce in località Fabbrica dei Soci mentre è recente la scoperta di un nuovo sito archeologico in località Lovara a Spinimbecco. E' probabile, pure, la presenza degli Etruschi, mentre resti di fortificazioni e di centri agricoli, mosaici e le tracce della strada consolare "Aemilia-Altinate" testimoniano una forte presenza romana. Dei secoli successivi, in epoche sia precedenti che posteriori alla diffusione del cristianesimo (II a.C. - V d.C.), numerosi furono i ritrovamenti di epoca romana sia di tipo militare che di tipo civile in "domus" situate nei pressi della via Altinate. Preziosi, al riguardo, i mosaici e i reperti rinvenuti in località Venezia Nuova, Franzine, Massaua ora conservati al museo Fioroni di Legnago. Fiorente pure la lavorazione di laterizi che portarono le relative fornaci ad altissimi livelli qualitativi tanto che alcune di esse, si permisero di marchiare i propri "pezzi". L'esempio più concreto è la presenza di una fornace che operava nei pressi di Spinimbecco chiamata "Q.Orestis" e i cui lavori sono stati riportati alla luce di recente.

Nel 589 si registra uno dei numerosi e rovinosi allagamenti del fiume Adige (rotta della Cucca) che modifica l'andamento del corso d'acqua trasformando la campagna in zona paludosa. Il nome del paese è citato per la prima volta alla fine 800, in un atto di donazione siglato da Berengario e Adalberto in favore del monastero di Vangadizza. Nello stesso periodo, una piena del fiume travolge Spininbecco, l' antico nucleo da cui sarebbe nato il comune. Intorno al mille si strappano alla palude le "Terre alte", dove sorgono alcuni villaggi anche grazie all'intervento dei Benedettini. La Serenìssima dona nel 1405 la frazione di Carpi al capitano di ventura Luigi Dal Verme e concede in feudo Villa a Ottobono Terzi. Mentre i beni del primo vengono confiscati e venduti ai Barbarigo, la proprietà del secondo passa prima alla moglie e poi al suo secondo marito della famiglia dei Sanbonifacio che determinano per secoli il destino di Villa Bartolomea. Nonostante la lunga lotta per la bonifica delle terre, conclusasi con l'impiego delle moderne idrovore, fame e emigrazione segnano la storia contadina del paese, annesso all'Italia nel 1866, fino alla conclusione della seconda guerra mondiale.

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